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Euro digitale – Un nuovo modo di pagare?

Le banche centrali stanno lavorando a una versione digitale delle loro valute. In particolare in Cina è in corso una sperimentazione dello Yuan digitale ed è in fase avanzata la sperimentazione della Corona svedese digitale, allo scopo di andare verso una cashless society. Anche gli Stati Uniti sono in fase di sviluppo di un Dollaro digitale, così come altre 97 nazioni nel mondo. Spesso vengono erroneamente definite “criptovalute di Stato”, anche se il termine tecnico è central bank digital currencies (Cbdc, “valute digitali della banca centrale”). Oltre il 90% delle banche centrali sta valutando di dotarsi di una digital currency.

In Europa

La Banca centrale europea ha iniziato il suo progetto: l’Euro digitale.

In prima battuta è importante distinguere l’Euro digitale dalla moneta che usiamo, ad esempio, mediante carta di credito e debito.

L’unica vera moneta è il contante (banconote e monete), emesso dalla Bce, detto anche denaro pubblico. Il denaro che scambiamo mediante carta di debito o credito, è detto denaro privato: denaro che viene scambiato, grazie a un intermediario privato. A questo intermediario affidiamo il denaro in nostro possesso per custodia, fiduciosi di poterlo trasformare in denaro pubblico quando ci servirà.

Negli ultimi anni (anche come conseguenza della pandemia) sono esplosi i pagamenti digitali (che fanno parte della categoria “pagamenti con denaro privato”). Secondo dati Abi i pagamenti digitali sono aumentati notevolmente. Sempre secondo questi dati sono saliti del 22% nei primi sei mesi del 2022. Con le transazioni online e con le carte, sono migliorati i cosiddetti contactless, con particolare incremento dei pagamenti con smartphone e wearable.

Le criptovalute

Nello scenario dei pagamenti digitali, è doveroso parlare delle criptovalute. Che hanno tolto la disintermediazione sia delle banche private che delle banche centrali, permettendo lo scambio di valore mediante sistemi non controllati e in completo anonimato. La volatilità nel valore delle criptovalute ha generato l’esigenza di averne di più stabili. Così sono nate le stablecoin, ovvero criptovalute ancorate al valore di monete fiat (come euro, usd) o collaterali fisici di vario tipo.

Contante digitale

Davanti a questo scenario così variegato, le banche centrali hanno cercato di creare anche loro delle valute che entrassero nei nuovi scenari digitali e corrispondessero alle nuove esigenze degli utenti, come ad esempio l’Euro digitale.

L’euro digitale è quindi  “contante digitale”. La differenza principale con le criptovalute è che mentre quest’ultime sono gestite in maniera decentrata, l’Euro digitale (per quando è dato sapere a oggi) sarà garantito dalla Banca centrale europea e da una tecnologia che sarà gestita dalla stessa Bce. 

L’Euro digitale sarà custodito presso la banca scelta (collegata alla Bce) in un conto specifico. L’obiettivo è di far scambiare l’Euro digitale in maniera molto più semplice rispetto a come oggi avviene per la moneta pubblica (banconote o monete) o privata (carte di debito e credito). Inoltre sarà usato solo per pagamenti.

Essendo controllato dalla Bce, l’Euro digitale non richiede mining ed è considerata quindi più sostenibile.

Mezzo di pagamento innovativo

Un massiccio uso dell’Euro digitale potrebbe però creare dei problemi alle banche tradizionali, che rischierebbero di vedere lo svuotamento dei loro conti per una migrazione massiva verso questa nuova “moneta”. Per questo la Bce è ferma nel sottolineare che debba essere soprattutto un mezzo di pagamento e non uno strumento di investimento. Inoltre, nella sua gestione saranno coinvolti intermediari sottoposti a vigilanza che diventeranno una sorta di rete di distribuzione. Infine, i tassi applicati saranno molto ridotti rispetto all’euro che conosciamo oggi per disincentivare la detenzione come investimento.

Quindi, nell’ottica della Bce l’euro digitale è uno strumento di pagamento innovativo, più sicuro e che garantisce la privacy. Ma non sostituirà il contante: lo affiancherà come sistema di pagamento più sostenibile, sicuro, anonimo e semplice. Inoltre si potrà utilizzare per pagare in tutti i Paesi europei. Non meno importante, rappresenta un elemento di autonomia e sovranità monetaria per una banca centrale che avrà uno strumento di pagamento in un “nuovo mondo in crescita” quale quello dei pagamenti digitali.

Uno sguardo verso il futuro

In pratica, in futuro, alle classiche forme di pagamento se ne aggiungerà una nuova. Nel pieno rispetto della privacy.

Come si svilupperà l’Euro digitale lo scopriremo negli anni a venire. Il progetto oggi è in fase di valutazione dal luglio 2021, conseguenza diretta di una fase precedente di sperimentazione durata 18 mesi. Questo lavoro di analisi, comprensione, esplorazione di opzioni e valutazione sarà completato nell’ottobre 2023 e poi si deciderà se passare alla fase successiva, con lo studio di servizi integrati e casi pratici, che dovrebbero portare entro il 2026 all’effettiva adozione.

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