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Pec, servizio made in Italy esportato in Europa

La Pec (“Posta elettronica certificata”) è un servizio made in Italy unico al mondo che, dal 2024, oltrepasserà i confini nazionali per diventare un servizio riconosciuto a livello europeo.

Cosa è la Pec?

La Pec è un servizio che consente a un utente di inviare un’e-mail con valore legale poiché, diversamente da una e-mail ordinaria, rappresenta a livello giuridico l’equivalente informatico di una raccomandata cartacea.

Rispetto a una e-mail ordinaria, infatti, un messaggio Pec presenta caratteristiche aggiuntive che forniscono al mittente la certezza dell’invio e della consegna (o mancata consegna) della comunicazione al destinatario, oltre ad attestare con certezza data e ora dell’invio. Grazie ai protocolli di sicurezza utilizzati, inoltre, la Pec garantisce l’immodificabilità del suo contenuto impedendo qualunque tipo di modifica o manomissione al messaggio e ai suoi allegati.

La Pec si configura quindi come uno strumento veloce, semplice, sicuro e sostenibile utilizzabile in tempo reale direttamente sul computer, tablet o smartphone.

La storia

La Pec inizia a prendere forma nel 2003 quando, a seguito della pubblicazione della Legge 16/01/2003, n. 3, viene posto a livello nazionale l’obiettivo ambizioso di “estensione dell’uso della posta elettronica nell’ambito delle pubbliche amministrazioni e dei rapporti tra pubbliche amministrazioni e privati”. Il primo passo verso la concretizzazione arriva con la pubblicazione del Decreto del Presidente della Repubblica 28/04/2005 n. 68, dove vengono dettagliate le regole tecnico-operative per la gestione dell’invio e della ricezione dei messaggi di Pec. Con il Decreto legislativo 07/03/2005, n. 82, ancora oggi vigente, un messaggio Pec viene equiparato alla notifica a mezzo della posta: la data e l’ora di trasmissione e di ricezione diventano infatti opponibili ai terzi.

Chi deve possedere una Pec?

Ad oggi solo le imprese, i professionisti iscritti all’albo o ordine di appartenenza e le Pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di possedere una Pec, che è possibile consultare accedendo rispettivamente ai portali www.indicepa.gov.it e www.inipec.gov.it.

Sebbene non esista alcun obbligo per i cittadini, molti se ne stanno comunque dotando visti i numerosi vantaggi rispetto a una tradizionale raccomandata, primo tra tutti quello economico. Non a caso, dal 2008 al 2013 il numero di caselle Pec rilasciate è passato da 300mila a oltre sette milioni 700mila, fino ad arrivare agli oltre 10milioni 800mila nel 2019 (fonte: www.aruba.it).

Verso la Pec “europea”

Il 27 Giugno 2022 c’è stata la pubblicazione del nuovo standard europeo (Etsi En 319 532-4) che ha permesso alla Pec italiana di evolversi in un sistema di recapito qualificato, utilizzabile anche a livello comunitario per lo scambio sicuro di comunicazioni elettroniche dotate di valore probatorio. Di fatto, significa anche che molto presto anche i cittadini degli altri Stati membri dell’Unione Europea potranno usufruire di questo servizio.

Durante il percorso è emerso in particolare uno dei limiti riconosciuti della Pec, ovvero l’impossibilità di certificare l’identità del mittente e del destinatario. La Pec così come la conosciamo soddisfa infatti i requisiti previsti dal quadro legislativo comunitario che permetto di identificarla come servizio elettronico di recapito certificato (Serc) ma non come servizio elettronico di recapito certificato qualificato (Sercq), passaggio fondamentale per l’istituzione e l’utilizzo della Pec “europea”.

Le buone notizie arrivano dal fatto che già da oggi chi possiede una casella di Pec italiana può farla evolvere in una Pec “europea” tramutandola da Serc a Sercq. Per farlo occorre integrarla con due ulteriori requisiti:

  • La verifica dell’identità personale del proprietario della casella Pec;
  • L’aggiunta di un ulteriore livello di sicurezza all’atto di accesso alla casella.

Per soddisfare il primo requisito occorre che il gestore del dominio Pec (cioè il soggetto che ha rilasciato la casella Pec al cittadino) lo identifichi personalmente tramite una delle seguenti modalità:

  • Spid (Sistema pubblico d’identità digitale)
  • Cie (Carta d’identità elettronica)
  • Cns (Carta nazionale dei servizi)
  • Apposizione di una firma digitale
  • Dvo (De visu online) con operatore
  • Direttamente di persona, recandosi agli sportelli autorizzati.

Per soddisfare il secondo requisito occorre invece attivare la modalità di accesso alla casella Pec mediante l’autenticazione a due fattori (nello specifico, quella che si usa quando si accede a un servizio online con l’identità digitale Spid). In questo caso quindi il proprietario della casella potrà accedere utilizzando le proprie credenziali (username e password) e generando congiuntamente una one time password (Otp).

In attesa delle evoluzioni normative che ufficializzeranno il nuovo contesto territoriale della Pec italiana grazie all’aggiunta dei nuovi requisiti, alcuni dei gestori di servizi Pec, hanno già avviato le attività necessarie per rendere conformi il proprio servizio agli standard europei. Una volta rispettati questi requisiti la casella Pec otterrà una spunta blu (simile a quella utilizzata dai social network), simbolo che attesterà la conformità della casella ai nuovi standard europei.

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