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Finalmente dall’Unione europea una direttiva sullo standard USB-C per la tutela dell’ambiente, il risparmio economico e la semplificazione della vita dei cittadini

Quanti dispositivi hai a casa (macchina fotografica, computer, tablet, cellulare)?
Quanti cavi diversi ti servono per caricare i tuoi dispositivi?
Quante volte in viaggio hai dovuto portare con te una borsetta in cui riporre tutti i tuoi caricatori?

Le ricerche ci dicono che lo scorso anno sono stati venduti nell’Unione europea circa 420 milioni di dispositivi elettronici portatili e il dato potrebbe crescere ulteriormente nel 2021 nonostante la crisi del mercato delle materie prime e dei semiconduttori. Ogni consumatore possiede circa tre caricabatteria per dispositivi elettronici, molti dei quali tra loro differenti.

Su questi dati è interessante il contributo di Matthew Sparkes, Un caricabatterie universale potrebbe far diminuire i rifiuti elettronici?, New Scientist, Regno Unito, pubblicato su Internazionale, dove viene posta enfasi soprattutto sugli impatti ambientali generati da questa situazione.

Per affrontare questo problema la Commissione europea ha proposto una direttiva per imporre uno standard unico (USB-C) per caricare tutti i dispositivi elettronici, per il quale dovrà essere garantita anche l’interoperabilità con gli alimentatori esterni.

La nuova direttiva dovrebbe arrivare anche a determinare che i dispositivi elettronici dovranno essere venduti senza caricabatteria, consentendo quindi anche una riduzione dei prezzi e un risparmio generale sui consumatori di 250 milioni di euro all’anno. La vendita separata dell’alimentatore esterno consentirà inoltre di ridurre i costi di estrazione delle materie prime necessarie per produrre i caricabatteria, di produzione, di trasporto, di uso e di smaltimento.

Si stima una riduzione dei rifiuti elettronici di circa 1.000 tonnellate all’anno e una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra di circa 180.000 tonnellate di CO2 all’anno.

La proposta della Commissione non stabilisce invece i requisiti tecnici per i dispositivi di ricarica senza cavo, una tecnologia ancora in fase di sviluppo, per incentivare l’innovazione in questo settore. I produttori resteranno quindi liberi di includere nelle loro forniture qualsiasi soluzione di ricarica senza cavo in aggiunta alla soluzione di ricarica tramite la porta USB-C.

Il tema non è nuovo e già nel 2009 la Commissione europea sostenne una soluzione di ricarica standardizzata per i telefoni cellulari e i dispositivi elettronici, promuovendo un accordo volontario e l’adozione di un protocollo d’intesa grazie al quale il numero di soluzioni di ricarica disponibili sul mercato passò da trenta a tre.

Questo protocollo d’intesa è scaduto nel 2014 dopo due lettere di rinnovo. Un nuovo accordo è stato proposto dal settore nel 2018, ma non ha soddisfatto le aspettative della Commissione e neanche quelle dei consumatori dell’Ue, in quanto non avrebbe reso possibile una soluzione di ricarica standardizzata. La Commissione ha dunque deciso di adottare un approccio legislativo e ha proposto nelle scorse settimane la direttiva. L’iter della proposta della direttiva prevede la sua adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, secondo la procedura legislativa ordinaria. Dall’adozione ci saranno 24 mesi per adeguarsi alle nuove prescrizioni.

A chi ha fatto notare che la proposta di direttiva sul caricatore universale sembra andare contro Apple, che per attuarla dovrebbe modificare il suo attuale sistema di cavo Lightning, il commissario europeo per il Mercato unico, Thierry Breton, ha spiegato che i protocolli per la porta di ricarica USB-C sono già ampiamente conosciuti, la tecnologia è matura e difficilmente la sua applicazione potrà creare problemi alle aziende.

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