Lo stato civile diventa digitale, rendendo la gestione dei processi comunali più efficienti e semplificando…
La classifica europea della transizione digitale (Digital Economy and Society Index)
Quando si descrivono trasformazioni e cambiamenti è fondamentale utilizzare indici, parametri e sistemi di riferimento.
Dal 2014 la Commissione europea monitora la digitalizzazione dell’economia di tutti gli stati membri attraverso un indice, il DESI “Digital Economy and Society Index”, questo viene aggiornato ogni anno e dovrebbe aiutare i paesi membri a progettare gli interventi utili alla trasformazione digitale di economia e società.
Capita che i profili dei paesi estratti dal DESI vengano utilizzati dai media in modo superficiale, evidenziando solo “la classifica” dei parametri di riferimento.
Se per l’Italia ci dovessimo limitare al posizionamento i dati non sono entusiasmanti.
Ci troviamo al 20esimo posto su 27, ma i dati per tanti aspetti sono in crescita. Le piccole e medie imprese hanno raggiunto una buona intensità digitale, i cittadini che utilizzano servizi di e-government sono costantemente in aumento e stiamo facendo grandi progressi anche sui temi di connettività.
Quello per il quale siamo estremamente in ritardo è il capitale umano.
Solo il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede perlomeno competenze digitali di base (56 % nell’UE) e solo il 22 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31 % nell’UE).
I dati hanno quindi indicato la priorità, colmare il divario digitale dei cittadini italiani con quelli europei.
Nel 2020 è stato creato il primo Piano Operativo della Strategia Nazionale per le Competenze Digitali, ma è col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che è arrivato l’intervento più corposo, 7 miliardi quelli dedicati al capitale umano, da divedere in diverse misure, potenziamento del servizio civile digitale, finanziamento di corsi di dottorato in nuove tecnologie, modernizzazione del sistema di istruzione, fascicolo sanitario, formazione nel settore pubblico.
La pandemia ha sensibilizzato l’opinione pubblica sulla trasformazione digitale, questo favorirà l’interesse e quindi il controllo di tutti i cittadini, l’ingresso di questi temi in politica e la nascita di associazioni come la nostra che contribuiranno ad accrescere il capitale umano del nostro paese.
La promozione e divulgazione dei nuovi progetti digitali non è solo marketing, ma diventa parte integrante di questo processo che deve essere diffuso e non elitario, per farci scalare posizioni in classifica e dare nuove possibilità a tutti i cittadini italiani.
Link utili all’approfondimento:
Italy in the Digital Economy and Society Index
Stato dell’Unione: percorso per il decennio digitale
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza