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Regime forfettario e fatturazione elettronica

di Giuseppe Aquino e Paola Consonni

Il regime forfettario

Dal primo gennaio, il regime forfettario che prevede una tassazione Irpef “piatta” (la cosiddetta flat tax pari al 5% nei primi cinque anni di attività e al 15% nei successivi anni) è applicabile alle partite Iva con un reddito (quantificato tramite il principio di cassa) pari o inferiore a 85mila euro.

Nel 2022 il tetto del reddito per l’applicazione della flat tax (e quindi l’adesione al regime forfettario) era pari a 65mila e la relativa proposta di estensione, successivamente approvata nella Legge di bilancio, ha generato molteplici polemiche. Che derivano sia da una questione di equità di trattamento (con particolare riferimento alla differenza dell’Irpef versata rispetto ai lavoratori dipendenti) che dalla mancata applicazione dei principi enunciati dall’articolo 53 della Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

La flat tax, essendo appunto “piatta”, non prevede la progressione dell’aliquota Irpef in relazione a scaglioni di reddito ma una percentuale fissa.

Aliquote e imponibile

I lavoratori dipendenti e le partite Iva forfettarie prevedono modalità diverse di individuazione delle aliquote e di individuazione dell’imponibile, sia per una questione di diversi diritti (come per disoccupazione, ferie e permessi) che per la questione degli impatti del rischio di impresa.

Gli impatti del rischio di impresa riguardano anche il caso di lavoratori subordinati privati (l’impresa potrebbe fallire o chiudere) o pubblici (il default dello Stato che non consente di pagare gli stipendi) ma appaiono più remoti rispetto a quelli delle partite Iva (pagamenti in ritardo, anche da parte dello Stato, problemi di liquidità, anticipo delle tasse, responsabilità professionale, mercato, ecc…).

Se l’articolo 53 della Costituzione non lascia adito a dubbi interpretativi, è comunque necessario un regime incentivato per favorire l’avvio di imprese e liberi professionisti. La polemica infatti non ha riguardato l’esistenza del regime forfettario quando la sua estensione a una determinata soglia.

Semplificazioni e oneri amministrativi

Il regime forfettario, oltre le questioni di aliquota Irpef, prevede particolari semplificazioni, ad esempio una contabilità semplificata, il non essere soggetti all’Iva, e il principio di cassa che riducono notevolmente gli oneri amministrativi abbattendo i costi (diretti e indiretti) di avvio e favorendo quindi l’attività imprenditoriale e la libera professione.

Tali incentivi, da un punto di vista della semplificazione, hanno elevati impatti in termini di riduzione degli oneri amministrativi.

Fattura elettronica

Per quanto riguarda gli oneri amministrativi bisogna ricordare che dal primo luglio 2022 l’obbligo di fattura elettronica riguarda anche le partite Iva in regime forfettario che nel 2021 hanno percepito ricavi o compensi superiori a 25mila euro. La Faq dell’Agenzia delle Entrate n.150 pubblicata il 22 dicembre 2022 specifica inoltre che “come precisato anche dalla circolare 26/E del 2022, solo per i contribuenti che nell’anno 2021 hanno conseguito ricavi o compensi, ragguagliati ad anno, superiori a 25mila euro è entrato in vigore dal primo luglio 2022 l’obbligo di fatturazione elettronica. Per tutti gli altri soggetti forfettari l’obbligo decorrerà dal 1° gennaio 2024, indipendentemente dai ricavi/compensi conseguiti nel 2022″.

Come fare la fatturazione elettronica

Rispetto all’utilizzo di un template word per la generazione di una fattura in formato pdf da mandare via mail o consegnare a mano, la procedura per la generazione e la trasmissione di una fattura elettronica (in formato xml) appaiono più complesse. 

Si possono individuare tre possibili soluzioni principali:

  1. Delega completa al commercialista;
  2. Acquisizione di un software/servizio di fatturazione elettronica da provider terzi;
  3. Utilizzo dell’applicativo Fatture e corrispettivi messo a disposizione gratuitamente dall’Agenzia delle entrate (gratuita).

Quest’ultimo prevede una serie di funzionalità all’avanguardia  riguardanti la consultazione, la generazione o trasmissione della fattura elettronica e il pagamento dell’imposta di bollo.

Ha un’interfaccia chiara e abbastanza intuitiva, oltre a una serie di funzionalità avanzate quali ad esempio la rubrica da cui importare i dati dei clienti (oltre ad avere preimpostati i propri dati) e la possibilità di duplicare delle fatture.

Si può accedere al servizio tramite Spid/Cie/Cns al seguente link: https://ivaservizi.agenziaentrate.gov.it/portale/.

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