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A che punto è la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana

A inizio 2024 quattro diverse occasioni ci permettono di avere un quadro molto ampio sull’evoluzione della digitalizzazione nel Paese e nella pubblica amministrazione:

In tutte e tre queste ricerche si misurano gli sforzi compiuti da imprese e PA per progredire nel percorso di digitalizzazione.

Ma forse il più importante, per chi come noi dell’Associazione Cittadinanza Digitale guarda al fruitore finale, è il Barometro PA, l’osservatorio di ForumPA sulla percezione della PA da parte dei cittadini.

Ma andiamo con ordine.

Il rapporto Digitale per crescere 2023 di Anitec-Assinform

Il rapporto inquadra il mercato del Digitale, partendo dallo scenario macroeconomico che ha visto nel 2023 un deciso rallentamento dell’economia, con il PIL che è passato dal +8,3% del 2021 al +3,7 del 2022 ad uno scarso +0,7% stimato nel 2023.

Il mercato del Digitale si conferma in controtendenza e si stima cresca nel 2023 del 2,8%, ben più del PIL, arrivando a un valore di di oltre 79 miliardi di euro.

All’interno di questo numero diminuisce la spesa per “dispositivi e sistemi” (PC, tablet, server, etc.), è stabile la spesa per i servizi di rete, ma crescono decisamente la spesa in software (+5,8%), in contenuti e pubblicità digitale (+5,9%) e soprattutto in servizi ICT (+9%).

Il rapporto si spinge a fare previsioni per il triennio 2024-2026 ipotizzando che la crescita del mercato digitale dovrebbe accelerare (nonostante una stasi dell’economia) e segnare incrementi ancora più significativi: +3,8% nel 2024, +4,8% nel 2025 e +5,0% nel 2026. I finanziamenti del PNRR, che nel 2023 ancora non hanno inciso, contribuiranno per uno 0,5% a questi tassi di crescita.

Intelligenza Artificiale (+28%) , Cloud computing (+18%) e CyberSecurity (+11,5%) sono le tecnologie trainanti per i prossimi tre anni.

Mentre banche, industria TLC&Media sono i settori che più investono in ICT, a spingere la crescita sarà soprattutto la pubblica amministrazione con tassi di crescita del 8,8% per quella locale e per la sanità  e del 8,9% per quella centrale. Indubbiamente la pubblica amministrazione ha del terreno da recuperare e possiamo sperare che queste crescite negli investimenti generino benefici misurabili per i cittadini.

Il report 2023 di ForumPA

Dal report di ForumPA ricaviamo un primo quadro sull’andamento dei progetti di digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Nel 2023 le piattaforme nazionali hanno visto crescite importanti, anche se minori rispetto agli anni passati, quando la pandemia ha costretto gli italiani a digitalizzarsi. Le identità SPID sono cresciute del 10% raggiungendo i 36,8 milioni, le Carte d’identità elettroniche sono cresciute del 26% e se ne contano 41,2 milioni.

Cresce PagoPA, con 386,3 milioni di transazioni nel corso dell’anno, per un valore di 83,5 miliardi di euro, +16% rispetto al 2022 e anche l’appIO, che con un +13% ha raggiunto 36,5 milioni di download, +13%.

Le amministrazioni con autenticazione tramite SPID sono cresciute di 4.600 unità, fino a poco più di 16.900 e quelle con l’accesso “Entra con CIE” di 1.100 fino a essere più di 7.300. Oltre 15.600 PA sono attive su appIO con circa 276.000 servizi esposti.

Tassi di crescita ancora molto sostenuti grazie soprattutto agli avvisi della Missione 1 Componente 1 del PNRR che ha finanziato oltre 17.000 amministrazioni con oltre 2,4 miliardi di euro.

Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano

Il Report 2023 dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano è molto ricco e prende in esame sia l’andamento delle misure del PNRR sia molti altri aspetti.

Farne una sintesi è impossibile in poche righe, ma proverò a cogliere alcuni degli aspetti più significativi.

L’attuazione delle misure di digitalizzazione della PA previste dal PNRR a fine 2023 è sostanzialmente in linea (32 milestone e target raggiunti), anche se è opportuno sottolineare che la messa a terra dei progetti è perlopiù prevista tra il 2024 ed il 2026.

Il confronto con gli altri paesi dell’Unione Europea evidenzia sempre chiaroscuri, con performance superiori alla media sulla banda larga o sull’accesso ai dati sanitari, ma sotto la media e in arretramento sugli specialisti ICT di sesso femminile o sulla trasparenza dei servizi pubblici digitali.

L’osservatorio da alcuni anni calcola un DESI “regionale” da cui si evince che esistono sul digitale divari anche significativi tra Regioni per quanto concerne la formazione del capitale umano, la connettività, le imprese attive nel commercio elettronico e i servizi al cittadino offerti dai Comuni.

Attraverso un’indagine che ha visto coinvolti oltre 1.000 Comuni l’osservatorio ha indagato la digitalizzazione di front-office e back-office con risultati che non sorprendono chi conosce il settore:

  • cresce la digitalizzazione, ma i servizi alle imprese sono più sviluppati rispetto a quelli per i cittadini
  • resta un gap per quanto riguarda i Comuni piccoli, il sud e le isole (che però stanno accelerando)
  • il back-office è maggiormente digitalizzato rispetto al front-office
  • le Unioni di Comuni favoriscono la digitalizzazione

Interessante l’indagine sull’Intelligenza Artificiale che vede un 17% di Comuni che ha già investito o prevede di farlo a breve.

L’analisi dell’adesione agli avvisi del PNRR evidenzia una partecipazione dei Comuni ampia e con una diffusione omogenea a livello territoriale e ciò fa ben sperare sul recupero delle Regioni che storicamente devono colmare un divario economico-sociale.

La digitalizzazione del ‘procurement’ pubblico sta dando i suoi frutti in termini di riduzione dei tempi.

La percezione dei cittadini (Barometro PA)

L’indagine, realizzata da ForumPA e Istituto Piepoli su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana, ha indagato il sentiment rispetto alla PA, in termini di soddisfazione degli enti pubblici e dei servizi erogati.

I risultati cono confortanti. La maggioranza dei cittadini (il 64%) che hanno avuto relazioni con la pubblica amministrazione negli ultimi due mesi si ritiene soddisfatto dell’esperienza (12% molto e 52% abbastanza).

I giovani 18-34enni sono più positivi rispetto alle fasce di età superiori (81%), chi ha un diploma o una laurea più di chi ha titoli di studio inferiori (88% i soddisfatti in entrambi i livelli di istruzione). Tra le aree geografiche, i più soddisfatti sono gli abitanti del Centro Italia (79%) e del Nord ovest (77%), meno quelli del Sud (54%) e Nord est (46%).

Nel valutare la pubblica amministrazione, i primi tre aggettivi utilizzati sono “competente” (per il 24%), “efficiente” (20%) e “digitale” (19%).

Conclusioni

I report e le ricerche ci consegnano una pubblica amministrazione in forte accelerazione su moltissimi fronti.

A riportarci con i piedi per terra ci pensano la ricerca dell’OCSE (OECD Digital Government Index 2023) che colloca l’Italia al 19° posto su oltre 30 paesi (e mancano nella rilevazione USA, Germania, Svizzera, Grecia e Slovacchia).

Va molto peggio se guardiamo al Quality of Government Index elaborato dall’Università di Gothenburg.

Trattasi di un indicatore che considera il livello di corruzione, le caratteristiche della legislazione unitamente all’osservanza della legge e la qualità della burocrazia. Un indice che non tiene conto solo delle singole procedure burocratiche, ma valuta anche i loro effetti sui comportamenti e sulle performance sia dei cittadini che dei legislatori.

In questa classifica, in 20 anni, siamo passati da ventesimi a terz’ultimi, non esattamente una buona performance.

I fondi del PNRR possono, e potremmo dire devono, essere un’occasione per fare il salto e riportare la digitalizzazione dell’Italia a livelli dei paesi più avanzati.

Ricordiamo poi, mutuando una vecchia frase che appartiene alla nostra storia, che “fatta l’Italia digitale bisogna fare gli italiani digitali”.

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