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La crescita di SPID e CIE nella strada verso il “wallet europeo”

L’EUDI wallet

Si è concluso a novembre il confronto normativo (triloghi) sull’identità digitale europea e si attende la pubblicazione del nuovo Regolamento eIDAS 2.0. Il 2024 sarà quindi un anno fondamentale perché dovranno essere emanati ufficialmente gli atti normativi e tecnici europei per la realizzazione dell’EUDI wallet (European Digital Identity Wallet).

Si tratta del portafoglio europeo di identità digitale che entrerà in vigore entro il 2026, considerando anche le imminenti elezioni europee del prossimo giugno 2024.

All’interno del wallet europeo i cittadini potranno essere identificati in modo sicuro, conservare i loro attributi digitali (patente di guida, attestati formativi, pagamenti, documenti di viaggio, etc.) e firmare elettronicamente i documenti (per esempio l’apertura di un conto corrente bancario).

Il wallet sarà composto da un ecosistema di applicazioni sviluppate dai settori pubblici e privati che interopereranno tra loro (comunicazione wallet to wallet). L’adesione al wallet europeo rappresenta quindi un’opportunità sia per la pubblica amministrazione sia per le organizzazioni private di semplificare e rendere ancora più sicure le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini.

L’obiettivo del decennio digitale europeo è quello di avere entro l’anno 2030 il 100% della popolazione europea in possesso di un’identità digitale valida in tutti gli Stati membri e in grado di garantire i diritti del cittadino relativamente a privacy e sicurezza.

I diversi sistemi di identità digitale degli Stati europei dovranno quindi adeguarsi e convergere verso la nuova identità digitale europea.

L’identità digitale in Europa

Gli studiosi sono concordi nell’affermare che il 2023 a livello europeo è stato un anno di consolidamento dei sistemi di identità digitale nei vari Paesi. Olanda, Svezia, Norvegia hanno ormai raggiunto l’80% della popolazione, rimanendo stabili su questo dato. Seguono Francia, Italia e Belgio che si attestano attorno al 60%. Infine, con un certo distacco ci sono tutti gli altri Stati.

L’identità digitale in Italia

In Italia il Sistema pubblico di identità digitale (SPID) vede 36,4 milioni di identità erogate (che non corrispondono al numero dei cittadini in possesso di SPID, poiché un cittadino potrebbe avere chiesto più di un’identità basata su questo sistema) con 902 milioni di accessi nel 2023. La Carta di identità elettronica (CIE) vede 40,3 milioni di tessere erogate con 4 milioni di utenti che utilizzano la CIE in modalità digitale attraverso l’app CieID.

A questi numeri andrebbero aggiunte le identità digitali rilasciate in italia attraverso lo strumento della Carta nazionale dei servizi (CNS), come quelle rappresentate dalla Tessera sanitaria nazionale (TS).

I minori ( da 5 a 17 anni) che sono in possesso di SPID sono oggi solamente 13.000, con una penetrazione dello 0,18%.

Ricordiamo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) impone all’Italia di raggiungere 42,3 milioni di identità digitali entro il 2026.

La strada verso il wallet

SPID e CIE non sono sistemi di identità digitale concorrenti, ma insieme rappresenteranno i due strumenti di “onboarding” che consentiranno di essere identificati in modo sicuro all’interno del wallet europeo.

In attesa che il quadro tecnico e normativo europeo sia compiuto, i diversi Paesi europei hanno avviato alcuni progetti pilota come il sistema italiano IT Wallet, che sarà un’estensione di app IO, l’app dei servizi pubblici, e che permetterà di digitalizzare al suo interno la carta della disabilità, la tessera sanitaria e la patente di guida dei cittadini.

A livello strategico, l’Italia è davanti a due scenari: realizzare un wallet presidiato da un attore governativo, oppure aprire all’esistenza di più wallet federati gestiti anche da soggetti privati.

In questo processo dovrà inoltre essere posta un’attenzione particolare all’inclusione dei cittadini, che con un grosso sforzo oggi sono riusciti a ottenere e utilizzare la propria identità digitale SPID e CIE e che dovranno essere necessariamente accompagnati nel processo di evoluzione verso il wallet europeo.

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