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La democrazia digitale e gli strumenti per garantire il diritto dei cittadini alla partecipazione democratica

Internet e l’illusione della partecipazione democratica

L’avvento di Internet ha profondamente trasformato il modo in cui i cittadini vivono e partecipano la democrazia. La politica ha dovuto adattarsi a nuove modalità di comunicazione, passando da strumenti tradizionali come i comizi e la stampa a piattaforme digitali, social media e campagne di sensibilizzazione online.

La comunicazione politica si è fatta più immediata, ma anche più polarizzata e frammentata. Di pari passo la rete ha reso più semplice informarsi e partecipare per il cittadino, ma ha anche alimentato fenomeni come la disinformazione.

Internet ha dato l’illusione di una maggiore partecipazione democratica, ma alcuni esperimenti di “open democracy” hanno mostrato dei limiti: talvolta, con l’idea di superare la democrazia rappresentativa come la conosciamo oggi, si è cercato di rendere i cittadini partecipi di scelte, ma senza un reale coinvolgimento. Questi esperimenti hanno mostrato come il digitale, da solo, non basti a garantire una reale apertura del processo decisionale ai cittadini: non è sufficiente introdurre la tecnologia dall’alto all’interno del processo democratico, senza che siano creati i presupposti perché questo avvenga con successo.

È altrettanto vero, però, che i processi decisionali della democrazia come li conosciamo oggi sono talvolta di difficile comprensione, per rigidità, protocolli e burocrazia, ma in questi anni però qualcosa sta cambiando.

Le basi giuridiche della democrazia diretta in Italia

Come spesso accade per ogni questione democratica che coinvolge i cittadini italiani, si scopre che i nostri padri costituenti ci avevano già pensato. Ovviamente al tempo della scrittura della nostra Costituzione non esistevano gli strumenti moderni, ma già si pensava all’importanza della democrazia diretta, infatti, ne sono state poste le fondamenta giuridiche:

  • Articolo 50: diritto di petizione, che consente ai cittadini di rivolgere richieste e istanze alle Camere
  • Articolo 71: disciplina le iniziative legislative popolari, che possono essere presentate con almeno 50.000 firme
  • Articolo 75: regolamenta il referendum abrogativo, strumento di democrazia diretta per abrogare leggi o atti aventi forza di legge.

Questi articoli acquisiscono maggior forza se declinati nella tecnologia moderna.

Alcuni strumenti di partecipazione democratica

Un esempio significativo di strumenti di partecipazione democratica è la piattaforma firmereferendum.giustizia.it, promossa dal Ministero della Giustizia, che consente di promuovere referendum abrogativi, costituzionali o leggi di iniziativa popolari da parte di cittadini e comitati; raccolto il numero di adesioni necessario comincia l’iter all’interno degli organi competenti. La piattaforma è online dalla scorsa estate e ha l’ambizione di avvicinare i cittadini alla politica.

Un altro esempio di come la collettività possa partecipare all’amministrazione del proprio territorio è il bilancio partecipato, uno degli strumenti più concreti di democrazia diretta, che permette ai cittadini di poter incidere sulle politiche del luogo in cui viviamo, esprimendo fabbisogni e indicando preferenze nell’allocazione di risorse in progetti specifici.

Questi strumenti digitali permettono di ascoltare il territorio, creando legami più forti tra i cittadini e le amministrazioni.

Le modalità di consultazione possono variare a seconda del Comune, ma sono diversi gli enti che oggi hanno usato strumenti di open democracy  per far partecipare al processo decisionale i cittadini, in modo trasparente e definendo regole a monte, come target di popolazione da coinvolgere e introduzione di facilitatori.

Vi basterà fare una breve ricerca per scoprire che sono numerosi i casi di successo, e vi sono numerose consultazioni in corso fra i Comuni italiani, chissà che non ci sia anche il vostro!

Il coinvolgimento dei cittadini

Alla presenza degli strumenti deve corrispondere però anche una platea di cittadini disposti a partecipare attivamente, collettivamente e costantemente alla governance della cosa pubblica. Il rischio altrimenti è quello di sminuire il livello di democraticità del sistema e rendere solo apparente il funzionamento di questi strumenti.

Ad accompagnare quindi questi strumenti di open democracy servono canali di comunicazione e informazione trasparenti, ufficiali e istituzionali. Per questo è fondamentale che le amministrazioni rendano pubblici i dati utili al cittadino tramite piattaforme online, come per esempio il Portale dei dati aperti della Pubblica Amministrazione, promuovendo il concetto di Open Data (consulta il nostro articolo).

È importantissimo anche il ruolo che svolgono enti come AGCOM, che fra le sue mansioni svolge il compito di regolazione dei media con emanazione di linee guida e sorveglianza.

L’applicazione della democrazia digitale nella democrazia rappresentativa

La democrazia digitale può funzionare solo se viene usata in modo trasparente e inclusivo. La pubblica amministrazione deve favorire la nascita di strumenti che permettano ai cittadini di partecipare alle decisioni pubbliche. Iniziative come le consultazioni online e i dibattiti pubblici, se ben gestite, possono rendere il sistema più aperto e coinvolgere le persone nei temi di interesse comune. Solo così il web può diventare uno strumento di reale progresso democratico.

La politica digitale deve quindi puntare a diffondere conoscenza e partecipazione, promuovendo il valore di inclusività della reta. In questo anche la nostra associazione può avere un ruolo.

Facci sapere quali temi di interesse comune vuoi approfondire in merito alla digitalizzazione della politica e non dimenticare di scoprire se il tuo Comune ha già in corso attività di questo tipo!

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