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Burocrazia

La burocrazia costa ai Comuni 14,5 miliardi l’anno

Anche i Comuni sono schiacciati dalla burocrazia!

Abbiamo sempre pensato che di burocrazia soffrissero solo i cittadini e le imprese, ma anche gli enti locali stanno soffrendo per ottemperare agli adempimenti richiesti dai diversi livelli sovracomunali.

Questa è la principale conclusione che l’associazione artigiani e piccole imprese (CGIA) di Mestre ha appena messo in evidenza all’interno della ricerca “Centralismo e Burocrazia: il peso dell’Italia”, realizzata per conto dell’associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali (ASMEL).

La ricerca si è basata sullo studio dei bilanci comunali per quanto riguarda le spese generali e amministrative di funzionamento della macchina amministrativa, per andare a capire come queste vegano assorbite annualmente dalla burocrazia. Queste spese comprendono la gestione dei servizi quali economato, finanziaria, programmazione, provveditorato, ufficio tecnico, entrate tributarie, servizi fiscali, beni demaniali e patrimoniali, risorse umane.

I risultati di questa ricerca mostrano come il costo medio pro capite della burocrazia italiana è di € 251,00 a cittadino, per un totale di 14,5 miliardi di euro all’anno.

Le amministrazioni comunali più piccole (fino a 5.000 abitanti) registrano il costo più elevato (344 euro pro capite), seguono i municipi con oltre 60 mila abitanti (259 euro) e quelli con classi demografiche intermedie (238 euro per i Comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti, 212 fra i 10 e i 20 mila e 208 fra i 20 e i 60 mila).

Il costo procapite medio annuale è fortemente differenziato quindi per dimensione dei Comuni analizzati, ma anche per territorio regionale.

Le Regioni a soffrire maggiormente sono quelle del mezzogiorno dove l’incidenza della spesa dei servizi generali e amministrativi su quella corrente è del 34,6% in Basilicata, del 34,5% in Molise, del 33% in Sicilia, del 32,8% in Calabria. Si collocano a mezza classifica le Regioni di Nordest dove l’incidenza è del 31,7% in Trentino Alto Adige, del 30,3% in Friuli Venezia Giulia, del 29,8% in Veneto. L’incidenza della spesa dei servizi generali e amministrativi su quella corrente è invece del 24,7% in Puglia, del 24% in Lombardia, del 22,6% in Lazio.

Il risultato generale che emerge dalla ricerca, come ha osservato il segretario generale di ASMEL Francesco Pinto Segretario, è uno svantaggio delle amministrazioni più piccole ubicate nel sud e, in generale, enti locali sempre più appesantiti da adempimenti, spesso puramente formali o ridondanti, che ostacolano il loro buon funzionamento.

L’obiettivo della ricerca della CGIA di calcolare i costi della burocrazia nei Comuni è molto ambizioso e non è semplice né automatico definire quali costi di funzionamento della macchina amministrativa siano imputabili agli adempimenti richiesti dai livelli amministrativi sovraordinati. I risultati emersi sembrerebbero comunque confermare che i Comuni più virtuosi in generale sono quelli con una popolazione compresa tra 10.000 e 60.000 abitanti, in un paese dove circa il 70% dei Comuni ha meno di 5.000 abitanti.

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