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Once only

I dati già forniti alla pubblica amministrazione? Non devono essere chiesti di nuovo

Il principio del “once only”

Le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiederei ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite, limitandosi a richiedere i soli dati non conosciuti.

Questo principio, chiamato once only, è alla base di numerose norme e regolamenti nazionali, tra i quali il Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2021-2023, approvato con il Decreto del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale 24/02/2022 e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 06/05/2022, n. 105.

Per attuare il principio del once only è necessario che ogni processo sia quanto più semplice possibile, e la sua gestione supportata dall’interoperabilità tra le diverse banche dati pubbliche. Nello stesso Piano triennale è definito un modello di interoperabilità per la collaborazione e l’interazione telematica tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese, che recepisce le indicazioni dell’European interoperability framework. Queste linee guida costituiscono un punto di riferimento in tema di interoperabilità a livello europeo e individuano le tecnologie Soap e Rest da utilizzare per l’implementazione delle Api di interoperabilità.

L’attuazione del principio once only attraverso al Piattaforma digitale nazionale dati

La Piattaforma digitale nazionale dati (Pdnd), istituita con l’articolo 50-ter, comma 2 del Decreto legislativo 07/03/2005, n. 82, Codice dell’amministrazione digitale, è il progetto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) curato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e da PagoPA spa.

L’obiettivo della piattaforma è abilitare lo scambio di informazioni tra la pubblica amministrazione, favorendo l’interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi dati pubbliche.

Attraverso la Pdnd si concretizza il principio europeo del once only, cioè l’acquisizione di informazioni degli utenti della pubblica amministrazione una sola volta. Le amministrazioni, infatti, dopo essere state autenticate e attestate sulla piattaforma, saranno in grado di scambiare dati tra loro ed erogare così servizi in maniera più rapida ed efficace.

Con l’interoperabilità delle banche dati è possibile creare un ecosistema che abilita lo scambio semplice e sicuro di informazioni tra le pubbliche amministrazioni attraverso una piattaforma unica, un catalogo di servizi software (Api) in costante crescita e un insieme di regole condivise, al fine di incrementare l’efficienza dell’azione amministrativa, ridurre la richiesta di dati al cittadino e creare nuove opportunità di sviluppo per le imprese.

Con il Decreto 22/09/2022, Obblighi e termini di accreditamento alla Piattaforma digitale nazionale dati (Pdnd), si dispone che le pubbliche amministrazioni sono tenute ad accreditarsi alla Pndn, sviluppare le interfacce di programmazione (Api) e rendere disponibili le proprie basi dati sulla Pdnd entro il 30/09/2023. La violazione di questi obblighi è punita ai sensi degli articoli 18-bis e 50-ter del Codice dell’amministrazione digitale.

Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza

All’interno degli avvisi del Pano nazionale di ripresa e resilienza destinati alla transizione digitale, i Comuni possono candidarsi per rendere le proprie banche dati interoperabili attraverso la Piattaforma digitale nazionale dati grazie alla realizzazione delle cosiddette Api (Application programming interfacce). Inoltre, con l’adesione a questo avviso, i Comuni hanno l’opportunità di mettere a disposizione di altre amministrazioni i propri dati tramite la pubblicazione di nuove Api nel catalogo della Pdnd.

Sono disponibili110 milioni di euro, di cui 44 milioni per il sud e 66 milioni per le altre aree. I Comuni sono suddivisi in sette fasce in base al numero di abitanti. A ogni fascia corrisponde un numero predefinito di Api da erogare, con raccomandazioni specifiche sulla modalità suggerita di erogazione (Rest Api o Soap Api).

I Comuni interessati ad aderire all’avviso possono presentare la loro domanda su Pa digitale 2026 (https://padigitale2026.gov.it), ricevendo un voucher economico predefinito calcolato in base alla dimensione dell’ente.

Per accedere al bando non è necessario presentare un progetto, ma è sufficiente accedere alla propria area riservata su Pa digitale 2026 e seguire il percorso guidato che permette in modo semplice di configurare la propria candidatura. La domanda di candidatura all’avviso può essere presentata esclusivamente online, accedendo all’area riservata e previa autenticazione tramite identità digitale. L’accesso tramite identità digitale (Spid, Cie) è obbligatorio sia per il rappresentante legale dell’amministrazione, che deve firmare digitalmente l’atto, che per eventuali altri utenti comunali della piattaforma.

Il finanziamento ai Comuni è stato proprio in questi giorni esteso anche con un ulteriore avviso destinato alle Regioni e alla Province autonome.

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