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AgID e il futuro digitale dell’Italia: l’intervista a Mario Nobile
L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) è il cuore della trasformazione digitale del nostro Paese. Sotto la guida del Direttore generale Mario Nobile, AgID non solo definisce regole e standard, ma promuove l’innovazione, diffonde competenze digitali tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione, e vigila su sicurezza e inclusione. L’obiettivo è costruire un ecosistema digitale inclusivo, affidabile e in continua evoluzione, capace di integrare tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale in modo etico e responsabile.
Abbiamo incontrato il Direttore generale di AgID per approfondire la strategia dell’Agenzia, le principali sfide del decennio digitale e le iniziative concrete per diffondere competenze digitali, migliorare l’accessibilità e accompagnare cittadini e imprese nella transizione digitale.
Competenze digitali
Anche l’ultima edizione del Rapporto sullo stato del decennio digitale 2025 evidenzia come l’aumento delle competenze digitali dei cittadini è uno degli obiettivi principali del decennio digitale, ma oggi solo il 56% della popolazione europea possiede competenze digitali almeno di base. Partendo dal punto di vista del ruolo dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), su quali pilastri dovrebbe basarsi una strategia efficace per promuovere la diffusione delle competenze digitali, anche rispetto all’intelligenza artificiale, tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione?
La strategia di AgID per promuovere le competenze digitali si fonda su una visione inclusiva, sistemica e culturale, capace di riconoscere le specificità storiche, sociali e demografiche del nostro Paese. L’Italia, con una popolazione che invecchia rapidamente, mostra spesso diffidenza verso il digitale, in particolare tra gli over 60. Per questo la formazione deve essere multicanale, accessibile e rispettosa delle scelte individuali: non si tratta di imporre l’uso delle tecnologie, ma di accompagnare le persone, rendendole capaci di utilizzarle in modo consapevole, sicuro e sostenibile.
I pilastri operativi di questo percorso sono diversi. In primo luogo le reti territoriali, che permettono ai responsabili della transizione digitale di formare i cittadini direttamente sul territorio con interventi mirati alle specificità locali. Un ruolo importante è svolto anche dagli investimenti del PNRR: il Fondo Repubblica Digitale finanzia infatti progetti di alfabetizzazione digitale basati su piattaforme di e-learning e strumenti innovativi. A ciò si aggiungono la collaborazione interistituzionale con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, che consente di progettare servizi più vicini alle esigenze quotidiane dei cittadini, e le partnership pubblico-privato che coinvolgono grande distribuzione, telco e retail, utili a proporre percorsi di formazione pratica, migliorando l’esperienza utente e riducendo i costi operativi.
Allo studio dell’Agenzia ci sono anche dei progetti di formazione esperienziale: portare la tecnologia nella vita quotidiana, ad esempio in centri commerciali, fiere o negozi, per illustrare rischi concreti come furti d’identità, truffe online o social engineering. L’obiettivo non è trasferire solo competenze, ma innalzare la consapevolezza digitale, creando una cultura diffusa e condivisa.
Intelligenza artificiale
Sempre di più i servizi della pubblica amministrazione sono basati su componenti di intelligenza artificiale. Quali sono, secondo lei, le priorità per garantire che l’intelligenza artificiale venga percepita dal personale della pubblica amministrazione, e dai cittadini che con questa interagiscono, come un alleato e non come un pericolo? Quale è in questo contesto il ruolo di AgID?
L’intelligenza artificiale è una tecnologia trasformativa che sta già mostrando il suo potenziale in settori chiave come la sanità, la pubblica amministrazione, i servizi al cittadino e altri processi complessi. Come ogni rivoluzione tecnologica porta con sé opportunità e rischi, ma la vera novità di oggi è la velocità con cui questi cambiamenti avvengono: ciò che in passato richiedeva secoli ora si compie nel giro di pochi mesi, ed è per questo che diventa essenziale un approccio proattivo e consapevole.
I benefici sono già evidenti: diagnosi mediche più accurate e tempestive, una gestione più efficiente dei servizi pubblici con la riduzione delle liste d’attesa, una maggiore accessibilità digitale che favorisce l’inclusione dei cittadini e un’automazione intelligente capace di ridurre gli errori e migliorare la qualità complessiva dei servizi. Accanto a queste potenzialità, però, non mancano i rischi. L’impatto sul lavoro e la necessità di aggiornare continuamente le competenze professionali sono sfide cruciali, così come le questioni legate alla sicurezza, alla privacy e alla possibile manipolazione dei dati. A questo si aggiungono i temi della sovranità tecnologica e dei rischi geopolitici, che impongono grande attenzione.
Per questo è fondamentale che l’intelligenza artificiale venga accompagnata da percorsi di educazione e sensibilizzazione che permettano ai cittadini e agli operatori pubblici di comprenderne i meccanismi, coglierne i benefici e gestirne i rischi.
In questo contesto AgID ha il compito di promuovere un’adozione responsabile dell’IA, prevenendo abusi e rischi etici, ma anche di mostrare in modo concreto i vantaggi che può portare nella vita quotidiana. Solo così questa tecnologia potrà essere percepita come un alleato affidabile e non come una minaccia.
Accessibilità digitale
La Legge Stanca è stata una delle normative più lungimiranti sul tema dell’accessibilità digitale, e oggi grazie alla misura 1.4.2 del PNRR molti enti stanno adeguando i propri siti e servizi per renderli sempre più accessibili. Guardando al futuro, come proseguirà il lavoro di AgID sul fronte del monitoraggio e dell’evoluzione normativa in tema di accessibilità? Quali saranno gli impatti concreti per i cittadini più fragili?
L’accessibilità digitale è un principio di inclusione, non solo un obbligo tecnico o normativo. Tra l’altro, non riguarda solo persone con disabilità permanenti, ma anche quelle con disabilità temporanee o situazionali (pensiamo alle persone che hanno subito un infortunio o un intervento chirurgico, a particolari condizioni ambientali che possono rendere difficoltosa la visione di uno schermo a causa dell’eccessiva luminosità o l’ascolto di un audio a causa dei rumori, ecc.).
Un servizio digitale accessibile migliora chiarezza, intuitività e affidabilità per tutti, non solo per chi ha bisogni specifici. Per questo AgID ha investito 80 milioni di euro nell’ambito del PNRR, coinvolgendo oltre 60 enti locali, in modo da migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici digitali, fornendo supporto finanziario e operativo a numerose amministrazioni locali. Questo intervento si è concretizzato in numerose attività di formazione per dipendenti pubblici e privati, nella creazione di kit e strumenti dedicati per semplificare l’adeguamento e nel lancio di un nuovo portale sull’accessibilità digitale, che fungerà da punto di riferimento per cittadini, PA e professionisti e permetterà di monitorare l’andamento dell’accessibilità digitale.
L’obiettivo di AgID resta innanzitutto quello di promuovere una trasformazione culturale, oltre che tecnica, in modo da garantire conformità normativa e rendere i servizi digitali sempre più equi, sostenibili e affidabili.
Difensore Civico Digitale
Grazie alla spinta del PNRR sono cresciuti ancora di più sia i servizi digitali per i cittadini, sia la consapevolezza dei loro diritti digitali. In questo contesto, pensa che il ruolo del Difensore Civico Digitale potrà essere ulteriormente potenziato nei prossimi anni per garantire sempre più tutele per i cittadini?
Il Difensore civico digitale (DCD) è un’istituzione innovativa, volta a tutelare i diritti dei cittadini nell’uso dei servizi digitali pubblici. Non si limita a risolvere problemi tecnici, ma agisce come catalizzatore di fiducia, segnalando criticità sistemiche e promuovendo miglioramenti strutturali (si tratta di un “laboratorio di ascolto” che consente di raccogliere i bisogni reali dei cittadini e di trasformarli in linee guida, standard e azioni concrete) ed è, dunque, un presidio fondamentale per misurare il polso della trasformazione digitale (le segnalazioni mettono in luce le difficoltà concrete che il cittadino incontra e che diventano indicazioni preziose per migliorare la qualità dei servizi digitali offerti).
Con la riorganizzazione dell’Agenzia completata nel luglio 2025, il DCD ha maggiore autonomia, visibilità e capacità proattiva, monitorando criticità emergenti e suggerendo soluzioni.
In questo modo, la tutela dei diritti diventa parte integrante della cultura digitale, prevenendo abusi e promuovendo un uso consapevole e sicuro dei servizi pubblici.
Sfide del decennio digitale
AgID definisce strategie, linee guida e standard per la digitalizzazione del Paese, garantendo sicurezza, accessibilità e interoperabilità dei servizi digitali. Quali sono le sfide più importanti che la vostra agenzia ha davanti in questo decennio digitale?
Le sfide del decennio digitale sono molteplici e riguardano ambiti diversi: dall’intelligenza artificiale alla cybersecurity, dall’identità digitale all’accessibilità. Il ruolo di AgID, di conseguenza, è plurimo: normativo, perché scrive regole e linee guida garantendo trasparenza e partecipazione; strategico, perché anticipa le evoluzioni tecnologiche e definisce criteri di utilizzo responsabile; culturale, perché promuove consapevolezza e alfabetizzazione digitale, anche attraverso campagne educative e partnership pubblico-private.
La rapidità dell’innovazione impone un aggiornamento costante degli strumenti, mentre accessibilità, inclusione, sicurezza e governance etica dell’AI restano i nodi più delicati. L’ambizione dell’Agenzia è accompagnare cittadini e imprese in questo percorso, fornendo occasioni di sperimentazione sicura, costruendo fiducia e competenze senza lasciare indietro nessuno. Solo così il digitale potrà diventare davvero un fattore di crescita equa e sostenibile per l’intero Paese.
Conclusioni
Dalle competenze digitali all’intelligenza artificiale, dall’accessibilità alla tutela dei diritti, la visione di AgID guidata da Mario Nobile mette al centro le persone e la fiducia. L’obiettivo non è solo digitalizzare processi, ma costruire un Paese capace di usare il digitale in modo etico, sicuro e inclusivo, senza lasciare indietro nessuno. Le sfide del decennio digitale richiedono una strategia flessibile e condivisa, che unisca istituzioni, imprese e cittadini. In questo scenario, AgID si conferma non solo come regolatore, ma come facilitatore di un ecosistema digitale più equo, sostenibile e orientato al futuro.
