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Stati Uniti ed Europa avviano il confronto per un’identità digitale integrata

Il portafoglio europeo di identità digitale

Come abbiamo illustrato nell’articolo del 22 Dicembre 2023, la chiusura del confronto normativo (triloghi) sull’identità digitale europea e l’attesa pubblicazione del nuovo Regolamento eIDAS 2.0 rendono sempre più vicina l’attuazione dell’EUDI wallet (European Digital Identity Wallet). Si tratta del portafoglio europeo di identità digitale che entrerà in vigore entro il 2026, considerando anche le imminenti elezioni europee del prossimo giugno 2024.

I rapporti tra le due sponde dell’atlantico

Nonostante l’attuazione dell’identità digitale europea non sia ancora compiuta, si inizia già a pensare alla sua integrazione con quella d’oltreoceano, con lo scopo di promuovere un accesso sicuro ai servizi online transatlantici e agevolare il flusso di beni e servizi digitali.

La relazione bilaterale tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa per quanto riguarda i flussi commerciali e di investimento è tra le più importanti a livello mondiale: sia il prodotto interno lordo congiunto di Stati Uniti e Unione Europea, sia gli scambi di beni e servizi tra le due aree rappresentano oltre il 40% del totale a livello globale.

Per quanto riguarda la popolazione, l’esodo dei cittadini europei verso gli Stati Uniti è in costante aumento, spinto dalla dinamicità del mercato del lavoro americano. Per quanto riguarda l’Italia, per esempio, emerge come gli iscritti all’anagrafe degli italiani residenti negli Stati uniti continui a crescere fino a raggiungere nel 2022 le 297.917 persone (il 5,1% del totale dei residenti all’estero). Peraltro, i numeri sarebbero ancora più alti considerando anche gli italiani non iscritti all’AIRE (anagrafe italiani residenti all’estero). Sono invece 15.582 i cittadini americani residenti in Italia a inizio 2023.

L’avvio del processo di integrazione tra l’identità digitale americana e quella europea

Nello scenario sopra descritto, nel mese di giugno 2021 il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, quello della Commissione europea Ursula von der Leyen e quello del Consiglio europeo Charles Michel hanno costituito il EU-US Trade and Technology Council (TTC) per promuovere la competitività, la prosperità e lo sviluppo della democrazia e dei valori orientati al mercato, incrementando gli scambi e gli investimenti transatlantici in prodotti e servizi basati sulle tecnologie emergenti.

A seguito di questa decisione, il National Institute of Standards and Technology (NIST) del Dipartimento del commercio americano, d’intesa con l’Unione europea, ha promosso una serie di approfondimenti finalizzati a confrontare il quadro di riferimento del sistema di identità digitale europeo con quello americano per capire analogie e differenze.

Questi approfondimenti sono stati formalizzati in un report congiunto redatto dalla Commissione europea in coordinamento con il NIST, pubblicato il 22 dicembre 2023, nel quale si inizia a delineare quale sia il lessico tecnico utilizzato nei due sistemi di identità digitale.

Il report di mappatura delle identità digitali europea ed americana

La redazione del report si è basata sull’analisi delle linee guida sull’identità digitale del NIST (Special Publication 800-63, Revision 3) e del regolamento europeo sull’identificazione elettronica e i servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno (EU 910/2014). 

Questo processo di confronto tra i due sistemi di identità digitali è stato avviato in un momento in cui Stati Uniti ed Europa stanno definendo le linee guida per la tutela dell’identità digitale degli individui nei settori pubblico e privato.

Alle base del report c’è il riconoscimento che fiducia, sicurezza e usabilità sono fondamentali per un’adozione diffusa dell’identità digitale tra le persone e le organizzazioni e una cooperazione transatlantica sulla standardizzazione delle tecnologie emergenti può contribuire alla creazione delle condizioni per la loro adozione.

Dal confronto emerge come il sistema europeo entri maggiormente in profondità nei dettagli tecnici rispetto a quello americano organizzato attorno a un insieme generale di ruoli, responsabilità, tecnologie e processi.

Ci sono diverse sovrapposizioni nei concetti e nelle definizioni utilizzate nei due sistemi di identità digitale.

Il sistema di identità europeo, nel quadro comunitario eIDAS, contiene numerosi riferimenti a standard internazionali che riguardano le firme elettroniche, che costituiscono una parte fondamentale del quadro normativo, mentre in quello americano è meno evidente la propensione a trattare il tema della firma digitale.

Il report è stato reso pubblico con lo scopo di acquisire entro il 1 marzo 2024 osservazioni da parte delle diverse comunità di esperti nelle tematiche trattate, riguardanti: ulteriori definizioni che possono essere aggiunte a quelle già mappate, osservazioni rispetto al modo in cui i contenuti del report rispecchiano la realtà vissuta da chi ha già lavorato sul tema, ulteriori standard e scenari rispetto a quelli trattati, eventuali gap tecnici da colmare, casi d’uso che beneficerebbero di un’applicazione transatlantica dell’identità digitale.

I prossimi passi

Una volta raccolte le osservazioni, l’obiettivo dichiarato nel report è estendere l’analisi per uno sforzo verso una cooperazione transatlantica nell’utilizzo dell’identità digitale e per l’identificazione di prime ‘best practice’ nelle quali emerga il bisogno di integrazione tra l’identità digitale degli Stati Uniti d’America e quella dell’Unione europea.

All’interno del report sono accennate già alcune aree di interoperabilità rispetto all’identità digitale: il passaporto, i visti, i servizi finanziari, le informazioni sanitarie, l’educazione e le qualifiche professionali. 

Nelle conclusioni il report riporta una serie di questioni da approfondire per avviare il processo di interoperabilità tra i due sistemi di identità digitale.

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