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Innovazione e transizione digitale, il “Rapporto Italia digitale 2026”

Il 12 ottobre, giorno prima dell’inizio della XIX legislatura, nelle stanze del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale guidato da Vittorio Colao è stato approvato e reso pubblico il Rapporto Italia digitale 2026.

Nelle 40 pagine del documento sono sintetizzati i risultati conseguiti negli ultimi due anni, le azioni previste fino al 2026 per rispettare gli impegni presi in ambito nazionale ed europeo e una serie di raccomandazioni per aumentare l’efficacia del coordinamento tecnologico e digitale del Paese.

Il documento

Le sei strategie contenute nel documento puntano al rilancio della capacità tecnologica e innovativa del Paese. Il Governo si è concentrato in particolare su aree condivise tra i ministeri dell’Innovazione tecnologica e della transizione digitale, dell’Università e della ricerca, dello Sviluppo economico.

Nel dettaglio, si parla di:

  • connettività e banda ultra larga in tutto il Paese
  • digitalizzazione e diffusione di servizi digitali e piattaforme pubbliche (migrazione al cloud, identità digitale, pagamenti elettronici, siti internet, gestione digitale dei procedimenti, messa in rete delle banche dati per attuare il principio del “Once only” con la piattaforma digitale nazionale dati, piattaforma di  notifiche digitali, wallet digitale in app Io, esposizione di attributi digitali).
  • sanità digitale e diffusione su tutto il territorio del fascicolo sanitario elettronico
  • cybersicurezza
  • competenze digitali dei cittadini con formazione di base e professionale (fondo repubblica digitale, servizio civile digitale, reti di facilitazione digitale)
  • tecnologie spaziali (lanciatori, osservazione della terra e space economy), intelligenza artificiale e semiconduttori

Accanto a queste strategie, nel documento si mette in evidenzia la necessità di lavorare sul quadro regolatorio europeo e italiano per quanto concerne la concorrenza sui mercati digitali, la responsabilità e gli obblighi relativi a contenuti e servizi, l’accesso e il governo dei dati utilizzati nell’intelligenza artificiale nel rispetto della protezione della privacy.

Fondi PNRR

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destina agli obiettivi legati alla transizione circa il 27% delle risorse complessive. Di queste, il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale  è direttamente responsabile per circa 18 miliardi di euro. Le principali azioni all’interno di questo budget si collocano tra dicembre 2022 e marzo 2023: tutte le componenti tecnologiche sono state previste in rilascio entro il 2022. Scelta che mira a permetterne l’adozione da parte di tutti i soggetti centrali e locali entro il 2026, e la necessaria comunicazione e formazione dei cittadini sull’utilizzo dei servizi dal 2023. Tempi successivi sono previsti per il e-Wallet europeo che sarà attivato nel 2023 e il cui completamento è previsto a inizio 2024.

Il punto sui “lavori”

Nel rapporto si evidenzia come a ottobre 2022 tutti i target e le milestone del PNRR sono stati rispettati sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista degli atti normativi e regolamentari sui quali il Ministero e le sue strutture hanno lavorato.  

Il rapporto delinea inoltre alcune iniziative specifiche per i prossimi 12 mesi.

  • Completare la strutturazione del transformation office per la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
  • Rendere operativa la piattaforma per le notifiche digitali, l’e-Wallet europeo su App Io e il sistema degli attributi associati all’identità del cittadino (patente, abilitazioni, permessi).
  • Costituire e rendere operativa la società informatica 3-i per dotare le pubbliche amministrazioni centrali di una nuova realtà professionale funzionale alla digitalizzazione.
  • Avviare le gare per la telemedicina e completare la realizzazione dell’ecosistema per i dati sanitari.
  • Assegnare i bandi spazio e in particolare quelli relativi alla costellazione “Iride”.

Sguardo verso il futuro

All’interno del rapporto sono inoltre contenute delle raccomandazioni legate alle opportunità e alle sfide nel periodo 2023-2026, probabilmente pensate per chi avrebbe guidato il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale nella XIX legislatura:

  • mantenere un forte presidio e coordinamento a livello di Presidenza del consiglio dei ministri sul digitale, innovazione e tecnologia, in coordinamento con il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale e il suo team per la trasformazione digitale
  • rafforzare l’autorità di disegno delle architetture digitali e della loro integrazione, con l’obiettivo di semplificare e rendere più efficiente il rapporto digitale tra i cittadini e la pubblica amministrazione
  • puntare su un modello di cooperazione con il territorio, attraverso il coinvolgimento diretto di Regioni, Comuni ed enti locali

Percorso tracciato e modifiche

Nel rapporto sono indicate in modo semplice e preciso le attività svolte nella legislatura appena terminata, in particolare per le azioni relative alla transizione digitale, fornendo ai successori un rapporto di avanzamento lavori utile per proseguire l’attività senza interruzione.

A distanza di due mesi dalla pubblicazione lo scenario è cambiato. In primis, con l’eliminazione del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale e il trasferimento delle principali deleghe del Ministro Vittorio Colao al sottosegretario Alessio Butti.

Perplessità

Ci si interroga sulla bontà di alcune su alcune strategie, come la creazione della società 3-i spa e il potenziale rischio di sovrapposizione di competenze rispetto alle realtà già esistenti (Dipartimento per la trasformazione digitale, PagoPA spa, Agenzia per l’Italia digitale).

E non mancano perplessità sull’incertezza del futuro dell’identità digitale: è dei giorni scorsi fa la dichiarazione del sottosegretario Butti sulla volontà di “spegnere lo Spid e promuovere la carta di identità elettronica come unica identità digitale”.

A ogni modo il documento rappresenta un’utile base di riferimento per ridefinire le politiche e indirizzare le strategie e le azioni nei prossimi anni anche rispetto alla necessità di rispettare gli impegni che l’Italia si è assunta all’interno del PNRR.

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